Non mi piace la caccia alle streghe. Questa indignazione continua. Le suore dei social si fanno il segno della croce. Gli esperti gridano allo scandalo. I pubblicitari non approvano.
Appena qualcuno prova a seguire delle linee diagonali viene subito messo in riga. Appena qualcuno prova ad osare si accendono i tizzoni per il gran falò dell’indignazione.
E non importa che al pubblico o se vogliamo essere più precisi, al target che ci siamo scelti questo “orrido” contenuto sembra piacere, non ci chiediamo neanche il perché, è molto più importante far sentire la propria voce su lavori di cui non conosciamo la radice, ma vediamo solo le fronde.
Capita sempre più spesso che gli addetti al settore pubblicitario, ex o novelli che siano, cerchino di imporre il proprio pensiero senza possedere un’approfondita conoscenza del target, degli obiettivi e in generale del brand che si mette alla gogna.
Alcuni lo fanno per personal branding, altri come sfogo perché costretti nella loro gabbia istituzionale.
Possiamo dire che il post è volgare?
Forse, ma non per tutti
La parola chinotto è sinonimo di rapporto orale?
Sì, ma non per tutti
Possiamo dire che c’è un doppio senso voluto?
Forse, ma voluto da chi?
Ho analizzato alcuni post precedenti di Chinotto Neri nello specifico uno su San Valentino che di base non alludeva direttamente alla fellatio. Anzi c’era rappresentato un anello di fidanzamento con un gioco di luci. Risultato? Nei commenti si parlava di sesso, di rapporto orale in modo giocoso.
È brutto parlare di sesso?
Forse, ma non sta a noi giudicare.
Forse, ma non sta a noi giudicare.
Dobbiamo ascoltare il nostro pubblico, perché è lui stesso ad indicarci la via. Possiamo anche sbraitare sotto il post, criticandolo, ma otterrete l’effetto opposto, la community farà ancora più squadra e il brand troverà nuovi adepti.
Ho visto una copywriter di Coca Cola (guarda caso) che ha fatto almeno 15 commenti indignatissimi. Calma.
La pubblicità nasce per essere vista e giudicata è vero, ma i gusti cambiano con il cambiare del contesto e dei tempi, sbagliare è umano e alla fine la storia ci dirà sempre chi ha torto e chi ha ragione.
Di certo non devo e non posso giudicare io. La pubblicità social può essere anche solo intrattenimento, non deve per forza educare, smontare stereotipi, aiutare la collettività, insomma non deve essere necessariamente impegnata, anche se questo genere mi appassiona di più.
Sarebbe stato anche per me più semplice e fintamente virtuoso dire: fa schifo, è volgare, al rogo!!!
Ma a me le streghe piacciono, quindi Chinotto Neri vi suggerisco il prossimo copy:
NIENTE È MEGLIO DI UN CHINOTTO A FINE GIORNATA